Negli ultimi giorni prima del voto, ho avuto un breve scambio di lettere con una brava amica, candidata in Sinistra e Libertà in un’altra circoscrizione. Mi aveva scritto un messaggio entusiasta, a cui ho risposto così: « Speriamo nella riduzione del danno. Sono arrabbiatissimo con tutte le sinistre che dovevano fare una lista unica, accantonando i politici litigiosi, per non scomparire ulteriormente. Tu sei brava, anche altri, ma questa divisione è stupida e suicida. Non c'è una sola ragione comprensibile e accettabile. Non credo nel 4%. Non si vota per scommessa, ma per calcolo di numeri. L'ideale è l’orizzonte, ma il passo è terra terra. Neppure del Pd sono contento, ma occorre l'argine possibile al bandito Berlusconi. Non so ancora come voterò».
Lei ha scritto di nuovo: «Sta girando molto (troppo!) un'informazione falsa, maliziosa. Si dice che Sinistra e Libertà non abbia possibilità di farcela e che, quindi, votarla significhi sprecare il voto. Le informazioni che abbiamo in mano noi, invece, dicono che S&L è sull'orlo del quorum. Se ce la faremo o meno, a questo punto, dipende da ciascuno di noi. Ogni voto può fare la differenza. Basta non scoraggiarsi, basta ricordare a amici, vicini, colleghi che il voto utile è quello che porta le nostre idee in Europa. (…) Come mi dice un amico: "Il voto utile è quello per le cose e le persone in cui credi". Un altro amico mi ha detto: "Non accetto il ricatto del 'voto utile'. Dire che ci sono 'voti utili' e 'voti inutili' è come dire che ci sono 'persone utili' e 'persone inutili'. Ogni persona ha la sua dignità. Ogni voto ha la sua dignità. Faremo il quorum, ne sono certo. Ma in ogni caso, lunedì mattina mi alzerò e potrò guardarmi allo specchio, perché avrò votato secondo coscienza, per la migliore candidata che conosco"».
Le scrivo ancora: «Quello che dice l'amico che citi per ultimo non è giusto: una cosa è la dignità di ogni persona, altra cosa è l'efficacia di un voto politico. Sinistra e libertà sarà un'ottima cosa, ma pessima cosa è che le sinistre vadano al voto così divise. È puro e semplice scandalo e stupidaggine, come ti ho già scritto, perché hanno tradito – tutte – il loro dovere politico nel momento gravissimo, mentre Marcon e Pianta avevano fatto la proposta giusta ed efficace. L'idealismo è consentito a me che faccio solo teoria (importantissima cosa, che ha il primato perché – dice il Talmud – porta alla pratica), che soltanto scrivo e parlo, ma non è consentito al politico. Certo, egli deve avere nel cuore e nella mente l'ideale purissimo, ma il suo dovere è tradurre i valori in fatti, anche alla condizione che sia una traduzione solo parziale, nella gradualità ben orientata, e sempre tenendo ben conto della realtà effettiva. Infatti, se vuole la traduzione intera dell’ideale non ottiene nulla, e tradisce il suo compito. Chi pensa e parla deve preoccuparsi solo di verità e giustizia. Chi agisce deve preoccuparsi dell'efficacia, del mettere in atto la verità e la giustizia, anche se questo deve avvenire per parti, cioè mescolato temporaneamente a cose che contraddicono la verità e la giustizia. Io non faccio politica attiva perché non sono capace di questa concretezza e misura, che è dovere del politico. Obama, nel discorso al Cairo e in tutto, finora, mostra di avere idee sostanzialmente molto giuste, e agisce per tradurle in fatti, anche se per ora prosegue la guerra in Afghanistan. Non approvo questo, ma capisco che non può fare tutto subito. A me tocca dire che quella guerra è male, al politico tocca cercare il momento e il modo per farla cessare, che probabilmente non può essere l'immediato. Le sinistre disunite non vogliono davvero tradurre in fatti i valori essenziali della sinistra: giustizia e pace mondiali – che sono condizione per la vera libertà –, democrazia partecipata, ambientalismo. L'unità, infatti, era la condizione necessaria per mantenere nelle istituzioni (che contano) un'azione di sinistra».
A conti fatti (scriviamo martedì 9 giugno), non c’è molto – almeno su questo piano – da aggiungere. L’imperfezione della perfetta sinistra. Non sarebbe male imparare qualcosa dagli errori passati.
Enrico Peyretti |