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 364 - agosto
Non c’è democrazia se non c’è un popolo. Il volgo atomizzato e ineducato (e peggio se benestante egoista) non è un popolo libero e cosciente. Tanto meno sa vivere nella famiglia unica dei popoli umani che si va a fatica formando. Ma comincia forse oggi una reazione sana alla volgarità berlusconiana associata alla volgarità leghista?

La chiesa, nei vertici vatican-vescovili, ma assai più, speriamo, nella base di fede consapevole, comincia a rigettare moralmente la persecuzione degli immigrati, la celebrazione dell’egoismo etnico e individualista, la cultura cinica dell’apparenza priva di sostanza umana. Il paganesimo padano (senza offesa per la cultura pagana) si vanta di essere «l’unico partito che veramente ha radici cristiane». Se i pastori, davanti al popolo, non inveiscono come merita (per es. come Gesù in Matteo 23), «pascolano se stessi e lasciano le pecore in pasto a tutti gli animali della campagna» (Ezechiele 34). Il fatto è che una chiesa-potere deve patteggiare coi poteri. La sorte dei profeti è un’altra, ed è indicata nello stesso capitolo di Matteo.

Il comandante di questo vuoto rigonfio ha detto che lui non è un santo e che agli italiani piace così. Può anche darsi. Può darsi anche che l’ammirazione invidiosa si capovolga in odio e rigetto. È successo nella storia. Nessuno è più fragile del forte. Forte è solo chi sa vivere insieme.

I media, premuti in tanti modi da quel potere, non sono tuttavia morti, né muti. Alcuni si ricordano ancora di essere nati, con la fine dell’Ancien Régime, per controllare e limitare i poteri, non per servirli, a costo di essere chiamati in giudizio. Anche un alleato come Fini, entro quella maggioranza di sottomessi, magari per calcoli di concorrenza, si divincola e dice cose giuste.

Il popolo è disorientato. La sinistra (l’abbiamo già scritto) è allo sbando. La sinistra italiana sarebbe capace di trovare un’idea valida e pratica comune attorno alla quale chiedere consenso?

Più che piangere e gridare sui mali d’Italia in questa brutta stagione, vorremmo sapere guardarli in faccia e costruire antidoti e vaccini alla grave malattia.

1. È stato osservato che nell’applicare il c.d. «pacchetto sicurezza» pubblici ufficiali e funzionari compirebbero alcuni reati: a) violazioni dei diritti umani e delle garanzie di essi sancite dalla Costituzione della Repubblica Italiana; b) violazione dei diritti dei bambini; c) persecuzione di persone non per condotte illecite, ma per mera condizione esistenziale; d) violazione dell'obbligo di soccorso e accoglienza delle persone di cui all'art. 10 Cost.; e) violazione del principio dell'eguaglianza dinanzi alla legge; l’istituzione delle c.d. «ronde» configurerebbe il favoreggiamento dello squadrismo (attività che integra varie fattispecie di reato). Da ciò la proposta (nbawac@tin.it) di presentare esposto alle Procure, per richiedere che, esaminati i fatti, procedano nelle forme previste, come è loro obbligo, nei confronti di coloro che risultassero accusabili per i reati suddetti.

2. Le non poche associazioni per la pace e la nonviolenza si accordino per costituire in Italia una Federazione politica nonviolenta. Conservando ognuna le sue caratteristiche, tradizioni, scopi e metodi, insieme svilupperebbero quella azione culturale-civile-politica (non elettorale) di positiva pace nonviolenta nella giustizia, che manca gravemente nella cultura e nell’azione politica italiana.

3. Le chiese cristiane e le organizzazioni religiose, quelle capaci di sentire il dovere, essenziale in ogni religione, di essere fattore di pace e giustizia, agiscano insieme nel purificare dal razzismo e nel rieducare e qualificare l’etica popolare e pubblica. C’è chi ha proposto, nella chiesa metodista-valdese, di definirsi Chiesa confessante, come negli anni ’30 contro il nazismo.

4. Quei partiti che comprendono e vogliono la difesa e l’applicazione dei principi preziosi della nostra Costituzione, appannati nella coscienza civica, si colleghino in una Alleanza politica costituzionale. Conservando ciascuno le proprie caratteristiche, assommino e rafforzino la coscienza e la pratica costituzionale, oggi aggredita da una classe politica aliena e straniera al significato storico e programmatico della Costituzione, ignorante dell’idea di società e di polis conquistata contro il fascismo, che la nostra Carta ha indicato come obiettivo storico-politico per il popolo italiano, nel concerto di tutti i popoli. La Costituzione non è un vincolo, ma una strada nobile, di civiltà, ancora in gran parte da percorrere. Oggi questo patrimonio umano e politico va difeso contro la degenerazione autoritaria ed escludente della democrazia.

5. A vent’anni dal 1989, vediamo che la gran parte della sinistra, per la vergogna di essere stata comunista, ha gettato via l’ideale con la dittatura. Oggi, screditate le ideologie, occorrono più che mai idee, ideali. L’ideologia della non-ideologia è la più perversa. Senza gli ideali rimane la forza bruta degli interessi rozzi, e la rassegnazione. Non basta proporsi come «democratici». Ogni demagogo può ottenere l’investitura democratica. Democrazia è il metodo giusto che richiede obiettivi giusti. L’idea alta di Pace, Ambiente, Giustizia può ricostituire una sinistra sana e va proposta oggi affinché la politica italiana viva nello spirito avanzato della Costituzione. È possibile e necessario che gli umani credano nell’ideale di umanità.

6. La mondialità della vita associata e politica, della conoscenza e della comunicazione, ormai si impone. La politica è sempre di più cosmopolitismo, gestione di problemi e beni e diritti comuni a tutti i popoli. È necessario costruire unità e autorità politiche mondiali e macroregionali, contemporaneamente a comunità politiche vicine alle persone e ai luoghi di vita, senza che l’una dimensione schiacci o ignori l’altra. Contro un livellamento globale e un provincialismo gretto, è compito dei cittadini intessere relazioni e dialoghi nella vita quotidiana, sulla porta di casa, con le culture, le religioni, le tradizioni ormai presenti dappertutto provenienti da tutto il mondo. L’esperienza interreligiosa e interculturale è un lavoro di base per l’unità pacifica e libera della nostra umanità, garantendone la ricca varietà.

 


 
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