A marzo eleggeremo il governatore del Piemonte e il nuovo Consiglio regionale. È un’elezione amministrativa e per decidere per chi votare dovremmo valutare la politica svolta e i risultati ottenuti dall’attuale maggioranza, confrontare i vari programmi, informarci sui candidati dei diversi schieramenti.
Siamo invece trascinati controvoglia a prendere posizione per difendere principi fondamentali di basilare convivenza civile che vediamo sempre più attaccati e minacciati. Un semplice esempio può far comprendere qual è la posta in gioco. Un candidato del Pdl, consigliere uscente, ha scritto e pubblicizza un libro bianco sugli sprechi del governo Bresso; sulle radio locali si può ascoltare qual è il principale di questi sprechi: sono stati spesi 30 milioni di euro per aiuti a zingari, extracomunitari, clandestini invece che ad anziani, bambini, disabili (evidentemente italiani).
Si badi bene non si dice, come pure eventualmente si potrebbe fare, che le spese sono state eccessive o mal distribuite o clientelari, no, lo spreco è stato nel dare a stranieri quel che si doveva dare ai nostri. Nel distribuire gli aiuti l’errore è stato quello di seguire il solo criterio del grado di bisogno, mentre occorreva anche una discriminante “xenofoba”. La logica alla base di questo ragionamento è evidente: gli esseri umani non sono tutti uguali, quelli che non sono nati sul territorio sono meno umani e perciò indegni di protezione e difesa.
E che questo sarà il motivo di fondo della campagna elettorale della destra lo confermano le recenti critiche del leghista Calderoni all’arcivescovo di Milano Tettamanzi, colpevole di chiedere gli stessi “sprechi “ della giunta Bresso.
Per guadagnare un pugno di voti, e la vittoria in Piemonte si gioca proprio su questo, non si ha nessuna remora nel solleticare gli istinti più oscuri, i sentimenti più regressivi, gli interessi più gretti, i bisogni più disperati, che invece bisognerebbe contrastare e di cui ci si dovrebbe semmai vergognare, senza nemmeno preoccuparsi dell’imbarbarimento della nostra società che da ciò potrebbe conseguire.
Di fronte a una campagna elettorale così impostata non si può tacere né sottovalutarne la gravità. La nostra reazione deve essere forte e smascherare la pericolosa ideologia su cui si basa, affinché tutti possano prendere posizione con cognizione di causa per contrastarla con vigore, perché sono in pericolo elementari valori di civiltà la cui perdita avrebbe conseguenze gravissime sulla convivenza civile nel nostro paese.
Il nostro popolo ha forse dimenticato quel che hanno dovuto subire i nostri nonni e i nostri bisnonni in giro per il mondo e quanto ci è costato dare ascolto in un passato non molto lontano a suggestioni di questo tipo?
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