Siamo soddisfatti per il risultato del referendum. La vittoria del NO era abbastanza prevedibile, ma sia la percentuale dei votanti, sia quella dei voti contrari alla legge di riforma della Costituzione, sono largamente superiori alle attese. Ed è stato un bene.
Il fatto che più della metà degli aventi diritto il 25-26 giugno, dopo tre o quattro precedenti votazioni si sia recata alle urne dà forza e credibilità al risultato; che anche al nord, Milano e provincia comprese, abbia vinto il NO, toglie alla Lega l’ultimo strumento polemico per contestare il risultato.
La Costituzione è salva ed è stato affermato con forza il principio che una parte politica non può, a maggioranza, alterare per i propri equilibri interni, la Legge Fondamentale del nostro Stato (aveva sbagliato anche il governo Amato a farlo nel 2001).
Ora che la pessima riforma della Costituzione del centrodestra è stata bocciata si apre la strada per il necessario ammodernamento della seconda parte che in più punti potrebbe essere migliorata. Si potrebbe prevedere: la riduzione dei parlamentari, il superamento del bicameralismo perfetto con funzioni e composizioni diverse per le due Camere, la correzione della pessima riforma del 2001 già accennata, ridistribuendo in modo più funzionale le materie su cui legiferare tra gli enti locali (non solo regioni), l’inserimento nella Costituzione della legge elettorale (che il governo Prodi dovrebbe riscrivere) per evitare che le varie maggioranze la modifichino secondo il loro piacimento. Si potrebbe eliminare o ridurre decisamente il quorum necessario per la validità del referendum abrogativo ed elevare il numero di firme necessarie per richiederlo, azzerando l’enorme vantaggio con cui parte il NO che rende ormai inutilizzabile questo strumento di democrazia diretta, e infine stabilire che per modificare la Costituzione occorra una maggioranza dei 2/3 in modo che le future modifiche siano espressione di una larga maggioranza. Ma ci sarà tempo e modo di discuterne, sperando che non diventi materia di baratto tra le forze politiche per raggiungere nuovi equilibri tra di loro.
L’ultimo risultato positivo ottenuto dalla forte vittoria del NO è aver dato stabilità al governo Prodi che riceve la definitiva e non discutibile conferma elettorale e così può finalmente mettersi a lavorare seriamente per dare adeguate risposte ai gravi problemi sul tappeto, mentre si apre un periodo di rimescolamento e riposizionamento a destra cominciando dalla Lega; con la speranza che Berlusconi torni a fare l’imprenditore e la destra riesca a darsi una classe dirigente più presentabile e un programma più ispirato agli interessi generali del paese e meno a quelli del suo capo e dei suoi amici.
indice
Scriba del regno. Omaggio a Paolo Benedetti (Aldo Bodrato) – in teologia
Onori ai caduti (Dario Oitana)
Afghanistan. Italia tra guerra e pace (e.p.)
TAV, un primo passo
Centri di permanenza temporanea. Una soluzione peggiore del problema
La rivoluzione dei ricchi (Enrico Peyretti)
Augurio (Delfino Maria Rosso)
Il futuro è della bicicletta (Dario Oitana)
Lettere. Tasse sul consumo (Stefano Casadio)
Lettere. Per una Rai imparziale (Giampiero Fasoli)
Lottare contro la vita (d.o.)
Ricoeur: male e bontà
Dossier. Dio e Darwin. Il mondo non è stato creato direttamente (Mauro Pedrazzoli) – in teologia |