Se con la conferenza di Ratisbona e le sue infelici citazioni il Papa sembrava interpretare l’incontro tra cristianesimo e islam come un duello teologico, nel viaggio in Turchia diremo che ha fatto qualche passo verso il dialogo.
Ci riferiamo alla breve preghiera-meditazione fatta col gran Muftì, rivolto alla Mecca, nella Moschea blu e al pensiero fissato sul Libro d’oro di Santa Sofia, già tempio cristiano e islamico, oggi museo pubblico di arte e storia della capitale turca. Piccoli ma significativi gesti di apertura, subito raccolti e rilanciati dall’interlocutore islamico.
Ha scritto il Papa: «Nelle nostre diversità ci troviamo dinnanzi alla fede nel Dio unico. Che Dio ci illumini e ci faccia trovare la strada dell’amore e della pace»; e Mustafà Cagrici ha detto: «Noi crediamo nel libro che è stato mandato a voi e in quello inviato a noi. Il nostro Dio è lo stesso». Come non pensare al versetto 12 del salmo 62: «Una parola ha detto Dio, / due ne ho udite»? E alla confessione che subito segue («il potere appartiene a Dio, / Tua, Signore, è la grazia»), che evoca le due caratteristiche principali del Dio di Abramo, di Cristo e di Maometto: giustizia e misericordia? Tutti possono cogliere che la duplicità d’ascolto dell’unica Parola e il reciproco riconoscimento della rivelazione islamica e di quella biblica, cristiana e necessariamente ebraica, aprono a una molteplicità religiosa che va oltre le tre religioni del libro e può abbracciare tutte quelle che tendono a una visione monoteista di Dio.
Non ci nascondiamo che quanto i capi religiosi dicono nei loro incontri non sempre corrispondono poi alla loro quotidiana predicazione e azione di pastori. Possiamo sospettare, come sospettano alcuni portavoce del pensiero laico, che questa apertura al dialogo interreligioso e interecclesiale, sottolineato anche dal cordiale incontro col Primate ortodosso, corrisponda a una chiusura e a un irrigidimento verso tutto ciò che sa di secolarizzazione, di relativismo e di nichilismo, che l’islam si possa trasformare per la chiesa da nemico ad alleato nella lotta con il vero avversario: la modernità occidentale (G. E. Rusconi, L’Occidente preoccupa Benedetto, in «La Stampa» del 2 dicembre). Ma ciò non diminuisce il valore positivo che hanno in sé quelle poche parole e quei semplici gesti. In Turchia papa Benedetto non aveva di fronte come interlocutori filosofi, giuristi, letterati e storici europei, ma credenti islamici e ortodossi, e con questi doveva confrontarsi sui temi cruciali della convivenza tra le fedi.
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Paradossi
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Religione è relazione (e. p.) in religione
Nazismo (citazione da H. Ofstad)
Amore, vita e morte (Aldo Bodrato)
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L’alternativa alla catastrofe esiste. Recensione al libro Difesa popolare nonviolenta di Antonino Drago (e. p.)
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Il «bullismo» del buon tempo antico (Dario Oitana) in società
Il peso delle armi. Recensione al film Il vento che accarezza l’erba di Ken Loach
Dove continuano le guerre finite? Recensione al film La vita segreta delle parole di Isabel Coixer.
Migranti. Poesie
Scuse al lettore
Posizioni a confronto sull’evoluzione. Lettera di Armando Zecchin con risposta di M. P. |