Quando questo foglio arriverà nelle case dei lettori probabilmente si conoscerà l’esito dell’incarico attribuito da Napolitano a Bersani. Nei limiti di un mensile che dal 1971 per 400 volte ha accompagnato il fluire della storia civile ed ecclesiale con un occhio che vorrebbe essere di riflessione critica ma non paludata, non possiamo rincorrere fatti che oggi, forse più che in altri tempi, sembrano sorprenderci e richiedere uno sforzo di interpretazione: pensiamo a papa Francesco e alle ultime elezioni politiche. Il nostro “servizio” ai lettori può in questo momento farsi forza di questo limite proponendo, nella tradizione del foglio, qualche approfondimento sui primi passi del papa con tre interventi e, in modo ancora più incerto, almeno per ora, qualche osservazione non sistematica sulla situazione politica caratterizzata dalla vittoria del M5S.
Con l'elezione del papa Francesco e dei Presidenti di Camera e Senato Boldrini e Grasso si è chiusa una settimana che ha visto affacciarsi in un certo senso una nuova epoca per il nostro Paese. È arbitrario tracciare un parallelo, eppure l’impressione è che l'arrivo di un papa dalla «fine del mondo» abbia dato un'accelerata al desiderio di cambiamento e pulizia anche tra le mura di casa nostra. A poche centinaia di metri l'uno dall'altra abbiamo, infatti, sentito la conferenza stampa del vescovo di Roma, e il discorso inaugurale della presidente della Camera Laura Boldrini. Dalla Boldrini abbiamo apprezzato un intervento europeista, che dichiara – un po’ retoricamente, ma ci sta − la nostra costituzione la più bella del mondo, che si augura che «quest'aula ascolti la sofferenza sociale» e così via, sino all'esperienza disumana e degradante delle carceri. Dall'altra, da papa Francesco, dopo i primi gesti che hanno tutte le intenzioni di rendere la Chiesa più umana e meno burocratizzata, abbiamo sentito parole che ci hanno colpito in profondità: «Quanto vorrei una chiesa povera per i poveri», espressione che non ci pare di aver sentito in modo così esplicito dai papi precedenti. Sarà questo il segno della presenza dello Spirito? Questa è… teologia della liberazione, anche se, probabilmente, declinata in un quadro pietista e conservatore − devozione mariana, e nessuna apertura per divorziati risposati, omosessuali, preti sposati ecc. All'incirca come Papa Giovanni. Ma pretendere questo da papa Francesco sarebbe troppo.
Positivo anche il segnale che è venuto dai senatori M5S che hanno votato Grasso al Senato: di fronte al pericolo di avere ancora Schifani presidente del Senato, hanno osato mettere in discussione il mandato del Grillo cocchiero, ricorrendo di fatto agli art. 67-68 della Costituzione («senza vincolo di mandato»). Inutile negare, tuttavia, che queste scelte mai sarebbero andate in porto se non fossimo stati in presenza di un clima del tutto particolare determinato dalla presenza del M5S. Abbiamo fiducia di queste due persone preparate e appassionate. E che Bersani proponga un governo che non si possa rifiutare... magari con poco Pd... Ci piace sperare che in ambito politico Boldrini e Grasso siano un segno concreto di una politica che rinasce, mettendo al centro le cose importanti. Vogliamo pensare che l'Italia sia capace di sperare e di dare ali alla sua speranza.
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