il foglio 
Mappa | 39 utenti on line


 Login
   
    
 Ricordati di me

  menu
 ::  editoriali
 ::  bibbia
 ::  chiesa
 ::  documenti
 ::  etica
 ::  filosofia
 ::  il foglio-lettere
 ::  mondo
 ::  pace-nonviolenza
 ::  poesia
 ::  politica
 ::  recensioni
 ::  scienza
 ::  società
 ::  storia
 ::  teologia
 ::  zibaldone
 :: home
 :: indici analitici
 :: solo online

 Ricerca
  

 in libreria

Enrico Peyretti

Il diritto di non uccidere

IL MARGINE


Conversazioni di

Giuseppe Barbaglio e

Aldo Bodrato

QUALE STORIA A  PARTIRE DA GESU'?

ESODO Sevitium


Aldo Bodrato

L'avventura della Parola

Affatà Editrice


Enrico Peyretti

Dialoghi con Nortberto Bobbio 

Claudiana


Enrico Peyretti

Il bene della pace. La via della nonviolenza

Cittadella


Enrico Peyretti

Elogio della gratitudine

Cittadella


  chiesa
 408 - Parola del vescovo di Roma

 

L’altro e il povero epifanie di Dio

 

«Buona sera! Sono il nuovo vescovo di Roma». Fin dal suo apparire alla celebre finestra, la sera della sua nomina, George Bergoglio ci ha colpito al plesso solare e non ha colpito solo noi, incalliti critici del primato assoluto del papa, ma anche i più strenui paladini della sua supremazia dottrinale, pastorale e gerarchica.

Né hanno cessato di inquietarci i gesti successivi: il mescolarsi con la folla, gli abbracci e i baci, scambiati non solo con bambini; la scelta della vita in comune a Santa Marta, invece dell’elitaria solitudine nell’appartamento pontificio; il  rifiuto di presenziare alle celebrazioni mondane per la sua elezione e il viaggio a Lampedusa; l’apertura di credito verso la cultura laica, a prescindere dai «principi non negoziabili», nel dialogo con Scalfari; la ripresa appassionata, nell’intervista alla «Civiltà cattolica», degli orientamenti conciliari sulla centralità della Parola e sulla riformabilità continua della ecclesìa-popolo di Dio; le dichiarazioni sulla necessità di ridefinire il ruolo del papa, dei vescovi, del clero, dei laici e della donna nella guida della Chiesa e di superare la staticità della pastorale e della teologia tradizionale.

 

La gioia impegnativa del vangelo

Leggendo questa intervista come confessione di una visione personale sul dover essere utopico dell’Una-Santa-Cattolica e Apostolica, abbiamo pensato: «Questo papa ha un che di profetico. Lo attende un problematico futuro». Ma quando ci siamo trovati di fronte le molte e impegnative pagine dell’Evangeli gaudium che, in quanto frutto di un Sinodo, approfondisce, dettaglia e rilancia, in forma di Esortazione magisteriale, quanto sopra ricordato, abbiamo capito che tutti, sostenitori e oppositori del sogno di Francesco, stavamo entrando in un presente pieno di speranze e di rimpianti, di attese e di timori, di esaltazioni e di delusioni (cfr. E. Bianchi, «Jesus» di dicembre).

Il successore di Pietro, che come il vecchio Simone ha dovuto assumere un nome, simbolo della sua missione (il nome del Poverello di Assisi costretto a lasciare la guida dei suoi frati dopo il rifiuto del papa di accettare che loro sola regola fosse la «buona novella» in tutta la sua impegnativa semplicità e bellezza), ci invita a riscoprire e fare nostra la missione dell’annuncio. Ci ricorda che la fede impegna i cristiani a comunicare il messaggio di amore e di libertà di Gesù Cristo agli uomini del loro tempo; uomini con cui condividono lingua, sentire, desideri e attese, sofferenze e colpe. La fede, infatti, nasce dall’incontro col Dio che si rivela nella storia e non può essere trasmessa con la ripetizione delle argomentazioni teologiche e dei precetti etici di ieri. Essa deve «rendere ragione» di sé (1Pt 3,15) col linguaggio fatto proprio dagli uomini nel continuo maturare di culture e società.

È in quest’ottica che George-Francesco disegna, con mano armata di «tenerezza combattiva» (85), un’Esortazione apostolica che tocca i punti essenziali del dibattito sinodale sull’evangelizzazione. Il suo testo, ricco di afflato umano, ma non privo di durezze, di cui sente di doversi giustificare (208), spazia dall’analisi critica del modello sociale ed economico del mondo globalizzato (53-60) all’urgenza di fare propria una prassi evangelica aggiornata ai parametri della cultura di ogni popolo. Dichiara essenziale il dialogo con le altre confessioni cristiane, con le diverse religioni, con chi ha perduto o non ancora trovato Dio, con chi ritiene che Dio non sia (61-75; 116-18; 238-58). Denuncia l’iniquità della «inequità, radice dei mali sociali» (202-208) ed esalta la visione della Chiesa come «popolo in cammino nella storia verso Dio» (111-16), popolo «infallibile in credendo» (119). Tratta i temi della predicazione e della catechesi (145-63). Termina, come consuetudine, con belle pagine mariane (284-88).

 

Dalla chiusa dell’ovile ai liberi orizzonti

Già questo basterebbe a farci capire quali compiti attendano una Chiesa che, finito il Concilio, si è ripiegata su se stessa e per cinquant’anni ha tentato di ritrovare una qualche tranquillità nella rivisitazione delle glorie d’un tempo, orientandosi alla conservazione e al recupero restaurativo di tradizioni che, un tempo vitali, oggi altro non sono che preziosissimi frammenti museali. Ma ai sì, rivolti a una Chiesa capace di uscire dalla cittadella, arroccata sul monte, per aprirsi verso la molteplicità delle situazioni umane nel mondo (20-24), papa Francesco accompagna i no a una Chiesa chiusa a difesa nei sacri recinti.

No a una Chiesa ridotta ad archeologia religiosa, a una chiesa mondana e politicizzata. No a una chiesa ricca e imborghesita, che riadatta a sé le strutture gerarchiche e i modelli carrieristici dell’ancien régime, a una chiesa che si ritiene estranea alle dinamiche della storia e si crogiola nella presunzione di eterna immutabilità. No a una chiesa che, perso l’entusiasmo del kerigma, si arrende alla marginalità cui la destina la sua staticità a fronte della vivace aggressività del mondo, come se il vangelo, annunciato con parole sempre nuove, capaci di confronto col proprio presente e rese credibili da una testimonianza sincera e comunitaria, non fosse più «in grado di rompere le rocce» (Ger 23,29) e illuminare con la libertà dello Spirito il cuore degli uomini (81-101).

«Dio va incontrato nell’oggi ... (perché) si manifesta nel tempo ed è presente nei processi della storia»: ha detto Francesco intervistato dalla «Civiltà cattolica». Nella Evangeli gaudium riprende il tema, anche al fine di dare fondamento teorico alle trasformazioni proposte, e afferma che «il tempo è più importante dello spazio». Il tempo infatti avvia e accompagna i processi della storia della salvezza, mentre lo spazio si limita a dare ordine sistematico ai loro esiti, favorendo i confini che separano (223). Inoltre è col tempo che anche le scelte pastorali e il pensiero teologico della Chiesa riescono a incarnarsi nella storia e seguirne il cammino; il che consente a tutti di maturare insieme con gradualità, senza traumatiche decisioni d’autorità.

 

I poveri «pietra d’inciampo»

Francesco si rende ben conto che per molti pastori e fedeli la sua Esortazione può risultare sconvolgente (208), e precisa che nulla verrà da lui deciso senza consultazione e in modo unilaterale. Per evitare equivoci, però, sottolinea che ci sono indicazioni evangeliche a cui non ci si può sottrarre. Alcune le abbiamo già indicate, ma ce n’è una su cui ritorna con particolare forza e insistenza ed è quella della coessenzialità tra il valore salvifico della messianicità di Gesù e il riscatto umano dei poveri e degli afflitti (Mt 11,2-6): «Occorre affermare senza giri di parole che esiste un vincolo inseparabile tra la nostra fede e i poveri» (48); «Per la Chiesa l’opzione per i poveri è una categoria teologica … È un messaggio così chiaro, così diretto, così semplice ed eloquente, che nessuna ermeneutica ha il diritto di relativizzarla» (197-98). Siamo convinti che sia questo il cuore che dà slancio passionale e forma concettuale a tutta l’Evangeli Gaudium, che guida la riflessione di Francesco nella denuncia dei peccati della Chiesa, nell’indicazione delle nuove “linee guida” pastorali e teologiche, nell’analisi dei mali della società e dell’economia capital-liberista, nel rifiuto del loro tentativo di dare ordine al mondo e omologare i modelli di vita dei popoli.

Il tutto insaporito con la sfida, lanciata ai cattolici del consenso e del dissenso, a liberarsi del «del peccato del si dovrebbe fare» (96) per convertirsi al «primerear» (nel gergo delle periferie «colpire per primi»; qui «prendere l’iniziativa» (24) e anticipare i frutti del Regno).

Il che spiega l’allarme dei «teocon» a cui dà voce il filosofo cattolica M. Novak su «Il Corriere della Sera» (12 dicembre), a difesa del liberismo, e giustifica il titolo dato da «La Stampa» (15 dicembre) all’intervista a papa Bergoglio che, senza nulla smentire, mira a spegnere ogni esasperazione polemica e a incoraggiare tutti a un’operosa  attesa: «Coltivate la speranza e non abbiate paura della tenerezza». A Natale mancavano dieci giorni.

 

Aldo Bodrato

 Stampa Invia ad un amico Dai la tua opinione

 
 il foglio
 ::  presentazione
 ::  redazione
 ::  abbonamento
 ::  contatti
 ::  link
 :: archivio storico [parziale]

 avviso agli abbonati

Ci risulta che alcuni abbonati non ricevono a tempo debito, o non del tutto, la copia del nostro periodico. Ce ne scusiamo precisando che tale situazione non dipende da un nostro difetto bensì dal disservizio delle Poste.


 web partner

Aldo Bodrato

Enrico Peyretti

Delfino M. Rosso

 


 Numeri recenti
 :: 500 - LA VERA STORIA DI PIETRO E GIUDA / 2 
 :: 499 - LA VERA STORIA DI PIETRO E GIUDA / 1 
 :: 486 - Non soppor(av)o i salmi 
 :: 488 - LA LETTERA DI RATZINGER E L'INTERVENTO DI FRANCESCO DA FAZIO 
 :: 487 - LE SUE PAROLE, A 30 ANNI DALLA MORTE 
 :: 497 - Vangelo e storia secondo Ratzinger 
 :: 496 - UN DIBATTITO INTERRELIGIOSO 
 :: 495 - IL SANGUE CHE NON C’ERA 
 :: 494 - UN'INTERPRETAZIONE ALTERNATIVA DI LUCA 7,36-50  
 :: 492 - PAPA FRANCESCO AI GIOVANI 
 :: 488 - Teologo e outsider 
 :: 487 - Pedofilia, cancro della Chiesa / 3 
 :: 486 - Pedofilia, cancro della Chiesa / 2 
 :: 485 - Pedofilia, cancro della Chiesa / 1 
 :: 483 - VENITE, BENEDETTI, PERCHÉ (ANCHE A ME) AVETE DATO DA MANGIARE... 
 :: 481 - Due tipi di cristianesimo 
 :: 476 - Una prospettiva erasmiana 
 :: 474 - MONACO, ESPERIENZE PASQUALI DURANTE LA CRISI 
 :: 472 - BOSE 
 :: 472 - DIALOGHI IMPOSSIBILI / 6: INCONTRO ONIRICO COL SEGRETARIO DI STATO 
 :: 471 - Celebrazioni della Quaresima da piazza san Pietro 
 :: 470 - LA DIABOLICA COMMEDIA DANTESCA 
 :: 469 - «Prêtres, soyez fiers de vôtre célibat» (cardinal Sarah) 
 :: 468 - «Adesso» dal 1954 ad aprile 1956 
 :: 463 - Il quindicinale Adesso: 1951-1953 
 :: 462 - Con la lanterna di Diogene 
 :: 458 - Il quindicinale «adesso»: 1949 e 1950 
 :: 456 - P.G. Ferrero, parroco / 2 
 :: 455 - Pier Giorgio Ferrero, parroco / 1 
 :: 454 - Dopo la morte di alcuni preti operai 
 :: 454 - In margine alla viganeide 
 :: 452 - Gaudete et exsultate 
 :: 448 - Incontro a Roma della rete “Chiesa di tutti chiesa dei poveri” 
 :: 447 - Appunti ecclesiali 
 :: 446 - Don Milani ci scrive / 2 
 :: 445 - Don Milani ci scrive / 1 
 :: 445 - Assisi, 24-27 agosto 2017 
 :: 444 - Uno sguardo sulla religiosità ortodossa romena / 1 
 :: 443 - La fine del sovrannaturalismo 
 :: 441 - Paolo Ricca sui 500 anni dalla Riforma 
 :: 439 - La chiesa ai tempi di Francesco 
 :: 436 - Convegno a Bose sul vescovo di Torino 
 :: 428 - Dialogo con l'islàm / 7 
 :: 427 - VATILEAKS 2: VITA DA PRELATI 
 :: 424 - Un'enciclica che il potere vorrebbe far dimenticare 
 :: 417 - Nuovi modelli di parrocchia 
 :: 413 - Un tema conciliare dimenticato, tornato centrale 
 :: 412 - Donne e chiesa 
 :: 408 - Parola del vescovo di Roma 
 :: 408 - INADEGUATEZZE E AMBIGUITÀ DEL QUESTIONARIO 
 :: 406 - MARTINI GESUITA, BIBLISTA, VESCOVO 
 :: 405 - In Vaticano s'è accesa una luce 
 :: 401 - Presiedere nella carità 
 :: 400 - La rinuncia di Benedetto XVI 
 :: 398 - LE APPARIZIONI DI AQUERÓ A LOURDES 
 :: 396 - A 50 ANNI DALL’APERTURA DEL CONCILIO / 2 
 :: 396 - QUATTRO «RIBELLI PER AMORE DELLA VERITÀ» 
 :: 397 - La lettera del vescovo Nosiglia ai Rom e ai Sinti 
 :: 395 - IN MEMORIA DI PADRE CARLO MARIA MARTINI 
 :: 395 
 :: 392 - Che cosa sta cambiando nel cattolicesimo in Italia 
 :: 389 - ETTORE DE GIORGIS A 20 ANNI DALLA SCOMPARSA / 2 
 :: 388 - Ettore De Giorgis a 20 anni dalla scomparsa / 1 
 :: 387 - Ospitalità eucaristica 
 :: 386 - Memoria 
 :: 385 - Mons. Nosiglia alla Chiesa di Torino 
 :: 383 - Dal film di Moretti alla beatificazione di Wojtyla 
 :: 380 - Una lettera sincera e franca a Cesare Nosiglia, vescovo di Torino [versione integrale] 
 :: 379 - il foglio - FEBBRAIO 1971 – 2011 - Enrico Peyretti 
 :: 379 - il foglio - FEBBRAIO 1971 – 2011 - Aldo Bodrato 
 :: 377 - Sulla nomina dei vescovi 
 :: 375 - VALDESI E BENEDIZIONE DI COPPIE GAY 
 :: 370 - Sul convegno ecclesiale Firenze 2 
 :: 371 - Scandalo della pedofilia e vita delle chiese locali 
 :: 371 - Lettere 
 :: 372 - SINDONE, PRO E CONTRO 
 :: 369 - I GIOVANI E LA FEDE 
 :: 367 - A 50 anni dalla morte di don Primo Mazzolari 
 :: 367 - RESISTERE, PREGANDO E OPERANDO PER LA GIUSTIZIA 
 :: 362 - In ginocchio, in piedi, in cattedra 
 :: 359 - LA COMUNITÀ DEL VANDALINO 
 :: 356 - STRUTTURA COSTANTINIANA E VOCE DEL VANGELO 
 :: 355 - Riflessioni in vista del convegno dell’8 novembre 
 :: 353 - LA VENDETTA DI MONSIGNORE 
 :: 351 - Il ritorno di Monsignore 
 :: 344 - I parenti di Gesù / 2 
 :: 348 - INTERVENTO 
 :: 347 - IL MOTU PROPRIO DEL PAPA 
 :: 345 - COMUNICAZIONE E CRISTIANESIMO 
 :: 344 - DI CHI È LA CHIESA? 
 :: 343 - «UN PAOLO SARPI CONTEMPORANEO», SECONDO RUINI 
 :: 343 - I PARENTI DI GESÙ / 1 
 :: 338 - RADICI 
 :: 337 - CINQUE BREVI ARTICOLI SUL CREDERE/1 
 :: 336 - L’ARCIVESCOVO MICHELE PELLEGRINO, TRA OBLIO E RIMOZIONE 
 :: 334 - CHIESA PROFETICA O CHIESA DEL CULTO? 
 :: 328 - AGIOGRAFIA AL FEMMINILE 

copyright © 2005 il foglio - ideazione e realizzazione delfino maria rosso - powered by fullxml