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Sono passati quasi sei mesi dalla costituzione del governo di destra di Giorgia Meloni e perdura ancora la luna di miele con la maggioranza degli italiani votanti, come dimostra la sua larga vittoria nelle regionali del Lazio e della Lombardia.

In realtà il governo Meloni non ha ancora fatto nulla di quello che aveva promesso durante la campagna elettorale. Finora si è limitato a seguire diligentemente l’agenda di Mario Draghi: mostrarsi il più fedele alleato Nato e tentare di mantenere i conti a posto come vuole l’Europa. Il resto è propaganda. Il primo decreto “legge e ordine” per regolare i rave party è stato svuotato; il tentativo di bloccare le navi delle Ong per ridurre l’afflusso di migranti ha avuto finora effetti perversi perché le Ong continuano nei loro salvataggi, anche se con qualche difficoltà e qualche tragedia in più, e anche perché i migranti soccorsi da loro sono una minima parte di quelli che continuano ad arrivare, via terra e via mare in Italia; la proposta di Nordio per la riforma della giustizia ha ricevuto un’accoglienza fredda anche all’interno della stessa maggioranza così come quella di Calderoli sull’autonomia regionale; di riforma del fisco, cavallo di battaglia della destra, nessun accenno. Ma allora perché dura questa bonaccia?

Innanzitutto non bisogna sottovalutare l’acquiescenza di gran parte dei mezzi di informazione, con la televisione punta di diamante. Gli editori, ormai incapaci di mantenersi con le vendite dei giornali, sono costretti a farsi finanziare da gruppi di potere perdendo così la loro libertà di critica, mentre uomini e donne di destra controllano gran parte dei canali televisivi. Non c’è dubbio però che la causa principale è la profonda crisi della sinistra, legata a vecchie ideologie, vecchie politiche o semplicemente senza più idee. Crisi non solo italiana, ma di tutto l’Occidente dove le destre conquistano, uno dopo l’altro, i vecchi capisaldi socialisti. La globalizzazione ha reso il tradizionale internazionalismo dei partiti di sinistra sospetto alle classi popolari che temono la concorrenza dei nuovi popoli che vogliono sedersi alla mensa dello sviluppo. La ex base elettorale di sinistra, spaesata, frastornata, spaventata o profondamente delusa si astiene o si sposta da un partito all’altro in cerca di un punto di riferimento e di difesa contro i pericoli, veri o presunti, che ci circondano “sinistramente”, approdando infine ai partiti di destra che astutamente promettono la difesa a oltranza dei “Sacri Interessi Nazionali”.

A questa realtà profonda, in Italia si aggiunge un fattore “culturale”. Spesso i politici di sinistra appaiono alle classi popolari supponenti, distanti, una classe privilegiata, elitaria. Mentre i politici di destra sanno rappresentarsi più conformi al mediocre livello culturale generale. Il populismo ha così ampi spazi di manovra. Il caso delle esternazioni di Berlusconi su Putin e Zelensky è emblematico. Cosa sarebbe successo se uno dei massimi dirigenti di un partito di un governo di sinistra avesse detto quel che ha detto Berlusconi di Zelensky? Sicuramente uno sconquasso con accuse e controaccuse reciproche e probabilmente il governo sarebbe entrato in crisi. E il popolo non avrebbe capito. Invece la Meloni, accanto a Zelensky che rimbeccava duramente un suo importante alleato, ha fatto finta di non aver sentito. Tutto appare come se le parole non avessero significato, come se non fosse una cosa seria. Lo stesso si può dire per le esternazioni improvvide di questo o quel ministro. Dalla società scarsissime reazioni. Molti a sinistra parlano di pericolo fascista: a noi pare più semplicemente mediocrità e furbizia spicciola.

Ormai è chiaro che la sinistra debba essere ricostruita su basi completamente nuove più conformi alla fase storica che stiamo attraversando col concorso di personalità di alto profilo morale e intellettuale e di ampia visione, in Occidente e non solo in Italia, dove non sappiamo se e quanto la recentissima elezione di Elly Shlein alla guida del Pd vi possa contribuire. Purtroppo però non sarà un processo facile, né breve, né indolore. E questo rende il futuro di tutti più incerto e pericoloso.


 
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