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419 - Dossier: Je suis Charlie / Je ne suis pas Charlie 5 |
OFFENDERE IL MENO POSSIBILE |
Alcune vignette "anticristiane" di Charlie Hebdo possono essere interpretate non come offesa alla fede ma come una forte critica al comportamento delle chiese cristiane nei confronti degli omosessuali. È possibile, ma occorre porci delle domande. Quanti percepiscono che l'oggetto del dileggio non è Dio né tantomeno lo spirito religioso delle persone, ma la sessuofobia e l'omofobia di tante autorità religiose? Quanti percepiscono che dire che Maometto e il Corano sono merde è solo una critica al fanatismo criminale di una parte degli islamici?
Faccio alcuni esempi. Se dico «Il calcio fa schifo» (e ci disegno una vignetta), magari io intendo condannare la stupida violenza di alcuni tifosi o lo squallore culturale di chi vive solo per il calcio. Ma coloro per i quali il vedere una partita in tivù rappresenta un relax dopo una settimana faticosa e stressante, questa affermazione costituisce un'offesa. Se dico «Si fa troppo vittimismo sugli handicappati» (e ci disegno una vignetta), magari intendo condannare sprechi e imbrogli. Ma per gli autentici portatori di handicap e per chi li assiste questo messaggio costituisce una feroce offesa. Se prendo in giro "zitelle" e "zitelli" forse intendo affermare che in certi casi la loro solitudine è un risultato della loro condotta e posso satireggiare a più non posso. Ma per coloro che soffrono per la mancanza dell'affetto che hanno sempre cercato, ciò costituisce uno scherzo crudele. Se dico «Non bisogna aiutare barboni, rom, sfrattati, immigrati, ecc.» (e ci disegno cento vignette) magari intendo denunciare malintesi, abusi e crimini. Ma, per la maggioranza dei casi, ciò costituisce un'offesa gravissima e immotivata.
Lo so, bisognerebbe esaminare caso per caso e un po' di satira magari ci sta bene. Alcuni abusi sono reali e vanno portati alla luce. E ci sarà sempre qualcuno che percepirà qualsiasi critica come un'offesa imperdonabile. Ma la satira dovrebbe essere tale da offendere il meno possibile.
d. o.
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